lunedì 31 gennaio 2011

Parodie

Che non significa che io voglia fare il verso a qualcuno, bensì che nel weekend mi sono cimentata in ben due ricette di Benedetta Parodi :-)

Nella prima in realtà ci siamo cimentate, perchè anche le gnome hanno dato un significativo contributo: abbiamo preparato la pasta e tirato le lasagne che poi abbiamo farcito seguendo la ricetta delle lasagne al pesto speciale. E, udite udite, il contributo gnomesco è stato significativo perfino nello smaltimento del piatto, perchè nonostante l'abbondanza di colore verde sono state alquanto gradite!
Brava Benny, stavolta la faccetta leccabaffi è stata davvero azzeccata!

Ricetta semplicissima: si prepara il "pesto speciale" tritando nel mixer 450 gr di spinaci lessati e aggiungendo 250 gr di ricotta, 100 gr di parmigiano grattugiato, 1 bicchiere di latte e sale; dopodichè si copre il fondo di una pirofila con un pò di pesto, si fa un primo strato di lasagne e poi si copre con altro pesto e mozzarella a fettine e così via per 4 strati, terminando con pesto e un pò di parmigiano. In forno ventilato a 150° per 15 minuti circa e poi altri 5 sotto il grill. Davvero squisite!



Nel pomeriggio poi avevo proprio voglia di torta (non so da voi, ma qui nevicava a tutto spiano: decisamente un pomeriggio perfetto x spignattare!) e ho nuovamente attinto dall'esperienza di questa donna, che puntualmente non mi ha deluso: la sua torta all'arancia è una delizia!
Anche se devo farle un appunto: volendo vedere la preparazione ho cercato il video online; l'ho trovato, ma la ricetta del video è alquanto diversa da quella del libro. 

Benedè, come la mettiamo? tocca provarle entrambe? Va bene, se così mi sacrificherò e nei prossimi giorni proverò la versione alternativa, tanto questa è già quasi finita, ci sta un bis.

La versione che ho provato io, tratta dal libro Cotto e mangiato, è questa: si mescolano 75 gr di burro morbido e 250 gr di zucchero, poi si aggiungono 3 uova, il succo di 2 arance e, poco alla volta, 300 gr di farina setacciati con 1/2 bustina di lievito, vanillina e un pizzico di sale; si mescola ancora bene e infine si aggiunge la scorza grattugiata di mezza arancia. 

Cuocere a 180° per 30 minuti e poi far sapere a Ely come l'avete trovata :-)

venerdì 28 gennaio 2011

In the mood for food

Vi capita mai (o spesso...) di arrivare a sera senza aver preparato nulla per cena e non avere assolutamente voglia nè tantomeno fantasia? Mi sa che è una cosa assai comune: quelle serate da fettina-prosciutto-frittatina che servono a pulire il frigo e anche la coscienza, avendo comunque ottenuto uno stomaco pieno. 

Sono quelle occasioni che io, avendo la fortuna di avere molto tempo a disposizione per poter cucinare, cerco di evitare il più possibile, ma purtroppo capitano anche quando il tempo non scarseggia, perchè scarseggia l'umore giusto.

Per avere risultati, in cucina come un pò in tutto nella vita, bisogna essere "sul pezzo": se quando entri in cucina ti guardi intorno svogliato e affronti una fettina di petto di pollo con aria superiore, senza pensare che sotto il suo tristanzuolo aspetto bianchiccio può nascondersi un saporito involtino con speck, allora non sei sicuramente nel mood giusto e difficilmente produrrai qualcosa di più creativo della fettina ai ferri.

Peggio ancora se apri il frigo e, nonostante non si senta ancora l'eco perchè qualche superstite è rimasto, tutto quel che vedi non ti suggerisce assolutamente nulla: questo è l'ultimo stadio, quello da tazza di latte coi biscotti. Ma bisogna farci molta attenzione, quando si arriva a questo è difficile riprendersi...

Ecco, ma se dovessero susseguirsi giornate del genere, che magari il martedì proponi la fettina e il mercoledì pastina in brodo e prosciutto, come uscire da questa impasse?
Un valido aiuto è la musica giusta: la musica trovo che abbia la capacità magica di trascinarti nell'umore giusto in qualsiasi occasione, bella o brutta che sia.
Riporta alla mente ricordi, stimola sensazioni, tocca le giuste corde dell'anima. 

Prova a entrare in cucina con in sottofondo Black che canta Wonderful life: sarà anche wonderful, ma più che affettare cetrioli ti fa venir voglia di affettare vene...se invece ti spari Aretha Franklin e la sua Think penso che sia più facile affrontare un broccolo o un cavolino di Bruxelles col piglio giusto e trasformarli da ranocchi in principi.

Dovete sapere ad esempio che le gnome sono due accanite fans dei Metallica: passione che è stata "leggermente" pilotata dal padre ma che tuttavia coltivano di loro spontanea volontà (appena si entra in macchina baby gnoma esordisce con "metti Seek and destroy?" e ho detto tutto). Ecco, per noi è troppo divertente la domenica mattina metterci tutti insieme a spignattare con in sottofondo pezzi rilassanti e tipicamente da risveglio soft, quali Creeping death o Sad but true. 

La pasta al forno però viene bella saporita: mi sa che carichiamo anche lei!

giovedì 27 gennaio 2011

cous cous?

Un posto dove vado volentieri a mangiare se sono in giro da sola è Exki: per chi non lo conosce, è una catena di "fast food" biologico, ovvero ti puoi servire da solo e scaldarti da solo il pasto, ma anzichè hamburger di dubbia provenienza e patatine peggio ancora trovi vaschette preparate fresche la mattina con insalate miste, pasta, torte salate. 

Le cose che più mi piacciono sono il loro cous cous e le insalate di cereali e quando vado mi segno sempre gli ingredienti per poi replicarle a casa, visto che sono facili da prepare, sane e gustose.
Vi riporto le mie preferite, che sono il cous cous Moorea e l'insalata di orzo Nicosia.

Il primo, semplicissimo e più estivo, è cous cous con petto di pollo grigliato e tagliato a dadini, nocciole tostate intere, foglie di menta fresca e erbe di provenza. Il tutto da condire con olio extravergine, sale e limone. Apprezzabile anche da parte di puffe/i - meglio se poco schizzinose/i - dell'età delle mie.

Il secondo, altrettanto semplice ma adatto anche in questa stagione, è orzo perlato con fagiolini lessati, cubetti di ricotta stagionata, uva passa ammorbidita nell'acqua, rucola e scaglie di mandorle, da condire con olio, poco sale (è già ben saporita la ricotta) e un goccio di aceto balsamico. 

Questo alle gnome non lo propongo, perchè alla vista del verde di fagiolino e rucola e peggio ancora di quella specie di insetto morto che può sembrar loro l'uva passa rischio il linciaggio.
Ma a parte questo, che ovviamente mi costringe a mangiare x giorni insalate di questo tipo anche se non le preparo nemmeno in quantità industriale, devo dire che sono un'ottima alternativa al panino o alla classica insalata di riso.

martedì 25 gennaio 2011

prenderle per la gola

Voi penserete che io stia parlando in senso figurato...e in effetti è quello che vorrei riuscire a fare ogni volta che entro in cucina, MA dalla preparazione di manicaretti in loro onore quel che scaturisce è quasi sempre il desiderio fisico, di prenderle per la gola!

Già sapete, perchè me ne sono lamentata più volte, quanto le mie gnome siano schizzinose e difficili, ma nulla mi manda più in bestia delle volte in cui mi esortano loro a preparare qualcosa che poi non mangiano. 

"Dai mamma, torta torta tortaaaaaa!!!!" questo era il motivetto che cinguettavano saltandomi intorno domenica pomeriggio, quando solo mi hanno visto estrarre dalla dispensa la confezione di gocce di cioccolato. Bene, ho pensato, stavolta devo studiarne una che proprio non possono rifiutare...e così ho guardato cosa avevo a disposizione e ho scovato un residuo di farina di cocco. Perfetto! Maxignoma ha espresso più volte la sua passione x il cocco, minignoma non vive senza le Gocciole che sono i suoi biscotti preferitì...2+2 = un'irrifiutabile torta con cocco e cioccolato!

"Sìììììììì!!!! Dai, mamma, ti aiutiamo noi!" e via a mettersi i grembiulini e a spostare rumorosamente panchette da una parte all'altra della cucina; classico litigio per accaparrarsi il posto a 3 cm da me, in modo da impedirmi qualsiasi movimento, dopodichè si parte con le danze: rompi le uova, versa mezzo albume x terra, fai in modo che minignoma lo calpesti x bene altrimenti non riesce a lasciare impronte nel resto della casa....no no, i gusci non li devi mettere insieme alle uova!!! ok, prendi la farina...ecco...ma porc! Maxignoma, vai quasi all'università e ancora non riesci a capire che un pacco di farina aperta va tenuto dritto???? e vabbè, ma se hai calpestato l'uovo adesso non andare a mettere i piedi sulla farina, x la miseria!!! Etc etc etc...

Dopo 3/4 d'ora passati a recuperare gli ingredienti, finalmente si butta tutto nel Bimby e l'impasto e bell'e pronto :-) la fatica culinaria nel preparare le torte è spesso insignificante, ma è il corollario che le rende degne di Ercole!

Ad ogni modo, la torta giaceva gonfiante nel forno e vedevi le loro facce appiccicate in un fiorire di ooooooh e aaaaaah. La sforno e x almeno 1 ora mi chiedono "è pronta? ce la dai? è fredda? ma quanto ci mette?????" fino al fatidico momento in cui tagli la torta, porgi la fetta, vedi le bocche aprirsi e poi senti "buona!!!" e dici ok, è fatta. Macchè: il "non ne voglio più" arriva al secondo morso, che credi???

Al che la assaggi anche tu, perchè magari è venuta davvero 'na schifezza e invece no, accidenti, è una roba libidinosissima che già sai che faticherai a fare arrivare a sera (intera, perchè sui fianchi si deposita immediatamente!!!)!

Che dire: son soddisfazioni!
Ma intanto, se volete sperimentare: 4 uova, 100 gr di zucchero semolato + 100 di canna grezzo (non mi piace troppo dolce), 150 gr di farina 00, 150 gr di farina di cocco, 1 tazzina da caffè di olio di semi, vanillina, 1 bustina di lievito x dolci, un pò di latte, gocce di cioccolato a piacere. Sbattete bene le uova con lo zucchero fino a ottenere una spuma, quindi aggiungete il resto degli ingredienti e mescolate bene, unendo latte se il composto sembra troppo duro; al termine unite le gocce, amalgamate bene e mettete in teglia. Infornate a 180° x circa mezz'ora e...godetevela!

lunedì 24 gennaio 2011

Le nuove manie degli italioti

Avete notato che ogni 3 x 2 spunta una nuova mania che per gli italiani sembra irrinunciabile?

Una che è ormai in voga da un pò di anni e che sta prendendo sempre più piede è quella del cibo "del territorio" o a "km zero", ovvero la moda - se vogliamo anche intelligente - di mangiare il cibo prodotto nella propria regione. 
Stamattina ho avuto un chiaro esempio di come certe volte la mente delle persone sia obnubilata da due fattori: la voglia di essere up to date ad ogni costo (fa tanto chic mangiare le mele bio da 3 euro al kg comprate nel negozio specializzato...) e la voglia di fare comunque l'affare.

Mentre sorseggiavo un caffè al bar leggendo la Stampa ho visto una pubblicità di Eataly (per chi non è torinese, si tratta di un supermercato specializzato in prodotti alimentari di alta gamma): siccome è il quarto anniversario, per tutta la settimana vendono una serie di prodotti a 1 euro.

Ora, io non ci vado quasi mai perchè sostanzialmente è interessante se ti serve qualcosa di molto specifico, ma dati i prezzi non è certo posto dove fare la spesa quotidiana (anche se trovi sempre gente che compra lì l'acqua Lurisia come se fosse un prodotto di nicchia e la paga un tot di centesimi in più rispetto alla medesima acqua al super), ma allettata dalle offerte ho approfittato per farci un salto: a parte il fatto che c'era il pienone nonostante fosse lunedì mattina (ma la crisi dov'è finita???), era divertente vedere come la gente si avventasse sulle offerte senza cogliere un piccolo particolare: 1 euro era valido solo per 1 pezzo, dal secondo in poi il prezzo era quello consueto! Ma gli ingordi pur di arraffare manco leggevano i cartelli, salvo poi essere costretti alla fine a leggere lo scontrino con aria stupita o a chiedere informazioni alle cassiere che non ne potevano più di ripetere le medesime cose.

Altra cosa divertente: un'offerta prevedeva una busta da 5 kg di patate di Cuneo (ben specificato, perchè si sa che a Cuneo le patate hanno tutt'altro sapore...) + un sacco da 4 kg di arance Tarocco a soli 3,50 euro. Ottimo! Ho pensato di prenderle anche io, se non che c'era scritto in piccolo sul cartello che l'offerta era valida solo con 30 euro di spesa. Avendo io totalizzato 9 euro con tutte le offerte interessanti, ho evitato di comprare roba inutile pur di avere patate e arance, anche perchè la differenza col mercato me la giocavo comunque in benzina, eppure ho teso l'orecchio e ho sentito un tot di persone dire "prendiamo anche questi, così arriviamo a 30". 

Ecco, io rimango onestamente allibita di come la gente si faccia abbindolare: l'idea del cibo autoctono è ottima, ma non è forse meglio allora rivolgersi a un gas (gruppo di acquisto solidale) o anche solo a un mercato ben fornito? Tutti buoni a lamentarsi della crisi, ma poi posti come Eataly, che fanno onestamente più scena che sostanza, sono pieni zeppi :-/

Ok, avrete capito che mi sto un pò allargando: sono partita con la volontà di trattare un argomento circoscritto e invece mi rendo conto che avere questa possibilità di scrivere mi fa venire voglia di ampliare i miei orizzonti! Non che io voglia abbandonare la cucina e tantomeno le mie gnomoclienti, sia mai, ma spero non me ne vogliate se ogni tanto "svolazzo" qua e là :-)

Buona settimana a tutti!

sabato 22 gennaio 2011

l'ospite è come il pesce...

...dopo tre giorni nuota!

Così diceva una surreale battuta tratta dal mitico libretto "Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano", ve lo ricordate? Ecco: la mia ospite non solo ha ampiamente superato i tre giorni e può quindi ormai gareggiare contro la Pellegrini, ma ha superato anche la mia pazienza nel gestire i corsi. 

Già, perchè ho qui una docente universitaria titolare di varie cattedre: pulizia degli ambienti piccoli 1 e 2, nettezza della cucina, splendore dei corridoi, approvvigionamento 1 e 2,  polpettonologia, lustravetro, surgelamento avanzato e potrei citarne altri. 

Questi corsi intensivi per me sono decisamente provanti: non solo prevedono prove pratiche giusto nel momento in cui decido di rilassarmi davanti a Facebook, ma la docente effettua multiple interrogazioni nel corso della giornata, anche con domande trabocchetto! Per fortuna domani mi attende l'esame conclusivo, anche se prevedo che il punteggio non sarà altissimo...il diploma di Nuora penso di averlo ottenuto, ma con riserva di riesame.

Devo dire però che in realtà i corsi sono anche effettivamente formativi: un seminario sul capovolgimento delle frittate mi serviva, così come ho apprezzato l'approfondimento sulla divisione dei surgelati, che spesso mi aveva portato in passato ad ottenere blocchi 30 x 30 di broccoli lessi quando è meglio confezionare delle monoporzioni.

Detto questo...anelo di tornare alle mie abitudini, errate o meno che siano!!!

Buon week end a tutti ;-)


venerdì 21 gennaio 2011

La focaccia piemontese

Chiaramente non è una specialità tipica (o forse esiste, ma è una variante col lardo), bensì la mia versione della focaccia genovese, che è buona, ma x quanto si impegni (lei eh, giuro che ce la mette tutta!) non è mai come la focaccia che compri nei forni rivieraschi.

Qui comunque è sempre un successo e anzi, mi piacerebbe sapere le vostre varianti (Filo, rispondi all'appello!) x capire le differenze, visto che sotto il nome "focaccia" ci sono 384.450 alimenti diversi.

Premessa: esiste IL focacciaro per eccellenza, ovvero il mitico Vittorio del blog Viva la focaccia (che sentitamente ringrazio di esistere), ma lungi da me volermi mettere all'altezza. Io al massimo posso aspirare ad essere un'umile servitrice alla corte di Sua maestà ;-)

Utilizzo 600 gr di farina 0 o manitoba, 400 ml di acqua, 40 ml di olio evo, 2 cucchiaini di zucchero, 10 gr di sale, un cubetto di lievito, olio evo (circa 100 gr) e sale grosso x la "copertura".
Inutile dire che preparo l'impasto col santo Bimby, ma a differenza dell'impasto della pizza dove miscelo il lievito con acqua olio e zucchero e poi unisco la farina e il sale, in questo caso miscelo i liquidi con zucchero e sale, unisco metà della farina e faccio andare 1 minuto, poi unisco il lievito spezzettato al composto semiliquido, rimiscelo per 3 min e infine aggiungo la restante farina e impasto altri 3 min a vel spiga (trucchetto imparato da Sonia di Giallozafferano per ottenere un impasto più morbido). 

Una volta pronto, trasferisco l'impasto trasformato in palla sulla leccarda unta, lo spennello bene con olio e lo lascio lievitare in luogo caldo per almeno 1 h.
Riprendo poi l'impasto e lo stendo bene sulla leccarda, controllando che rimanga unta sul fondo.
Lo spennello di nuovo bene con l'olio, dopodichè spargo sopra un pò di sale grosso (non troppo...ma nemmeno troppo poco! Trovo sia il massimo trovare i "pezzi" di sale nei buchi insieme all'olio, slurp!) e lo lascio nuovamente lievitare x una mezz'ora.

A questo punto trasformo l'impasto in vera focaccia facendo i caratteristici buchi con le dita, ci verso sopra l'olio rimanente (un bel guazzetto) e la rilascio lievitare ancora un pò, circa mezz'ora. Riscaldo intanto il forno a 200°: il mio forno ha la "cottura hydro" che mantiene l'umidità all'interno degli impasti lievitati, cosa fondamentale perchè la focaccia riesca bene; se si ha un forno normale è bene lasciare una coppetta d'acqua sul fondo durante la cottura. Prima di infornare la focaccia poi le verso sopra anche un pò d'acqua, proprio perchè resti ancora più morbida. La faccio cuocere fino a doratura, circa 15 minuti e poi la sforno (sempre che non sia svenuta prima per il profumo che ha inondato casa!) e la trasferisco sulla griglia a raffreddare.

Secondo voi, quanti minuti può durare?!?!?! ;-)

giovedì 20 gennaio 2011

posseduta

Purtroppo non parlo di me, parlo di casa mia.
E' posseduta dalla suocera, che è ospite da noi fino a domenica.

Ora, io so che c'è chi sta ben peggio di me, nel senso che io ho i suoceri a km e km di distanza e non li vedo quasi mai, senza contare che sono due persone splendide e stare in loro compagnia mi fa anche piacere. Quel che mi fa meno piacere è il fatto che mia suocera non appena entra in casa mia ne diventa padrona e comincia a spostare le cose a suo piacimento, a disporle come meglio crede, a fare pulizie, a lavare bucato, a cucinare, etc etc. 

Lamentati pure, mi direte, ma credetemi che non è facile quando si è così abituati ai propri spazi e alla propria autonomia sentirsi ospiti in casa propria! Anche perchè le sue abitudini sono totalmente diverse dalle mie, ma lei chiaramente tenta di impormele.

E così, nonostante stia con lei da sola mezza giornata, mi sento già nervosa e impaziente di arrivare a domenica!

Ok, non c'entra nulla con la cucina e con il tema del blog, ma permettetemi questo sfogo virtuale! 

Qui farò una figuraccia, lo sento, ma ho bisogno che mi diciate con quale frequenza voi pulite il lato esterno dei davanzali. Stamattina la fac totum si è messa in testa che andavano puliti (in effetti in 4 mesi che abito qui non li avevo ancora considerati...). Alla fine mi dice "ecco, d'ora in poi fai questo lavoro una volta a settimana". L'ho guardata come se fosse una marziana e con una velata ironia le ho detto "magari anche ogni due!" e lei "fai come credi, sarà che io in una casa sporca non ci so stare" :-O
Ma come!!!! Se non pulisco l'esterno dei davanzali ogni settimana ho una casa sporca???? Oppure sono io la marziana e davvero van puliti così spesso? Venite in mio soccorso, vi prego!!!

Ma sorvoliamo va...e torniamo all'argomento culinario, così mi torna anche il buonumore!

Oggi vi propongo i Gnocchetti alla Commenda, che prendono il nome da un ristorantino abruzzese dove andiamo spesso. Li ho già ripetuti svariate volte a casa perché piacciono un pò a tutti (ebbene sì) e richiedono davvero un minimo sforzo. 

Mentre fate lessare i gnocchetti di patate (le "chicche", quelli piccoli), in un ampio tegame fate soffriggere un pò di cipolla bianca con qualche cucchiaiata di olio evo; quando è dorata aggiungete un pò di panna (100 gr circa) e mescolate bene; aggiustate di sale, aggiungete una bustina di zafferano e mescolate ancora fino ad ottenere una crema omogenea (se serve aiutandovi col minipimer). In un altro pentolino fate rosolare 200 gr circa di speck a striscioline, poi spegnete e aggiungete un mazzetto di rucola; coprite e lasciate che il calore ammorbidisca la rucola senza però cuocerla. A questo punto scolate i gnocchi e conditeli con la crema di panna, unendo poco alla volta e sempre mescolando, lo speck con rucola. Infine aggiungete dei pomodorini pachino tagliati a spicchi e mescolate un'ultima volta. Prima di servire, se volete, date anche una bella macinata di pepe.

domenica 16 gennaio 2011

non è domenica senza...

A casa nostra non è domenica senza pasta al forno.
Di qualunque foggia sia: pasta corta, lasagne, cannelloni, etc purchè sia riccamente condita e dotata di dorata crosticina.

Personalmente prediligo la pasta corta perchè è quella che più si presta ad essere condita con fantasia: "metti metti, se no ci rimetti" è il motto della bisnonna del marito ed è un detto validissimo per la pasta corta al forno, perchè più ingredienti aggiungi e più guadagni in sapore.

Oggi ad esempio ho fatto le penne e ci ho aggiunto uova sode, piselli, sugo di pomodoro, prosciutto a dadini, abbondante mozzarella e altrettanto parmigiano. Perfino le gnome gradiscono, ma naturalmente a qualche condizione: la crosticina, la parte migliore, loro la scartano e maxignoma scarta anche i piselli (veramente lei scarterebbe proprio tutta la pasta...ma devo pur costringerla ad ingurgitare qualcosa!). 

Il bello di queste paste è che fanno piatto unico, quindi ti becchi un pò di piagnisteo una volta sola all'inizio, ma poi ti godi il pranzo in pace.

Altra variante che mi piace è la lasagna bianca con funghi e carciofi: mia suocera l'ha preparata per Natale, ma anzichè farla con la besciamella come la faccio solitamente io, ha preparato una vellutata con farina, burro e brodo e devo dire che la pasta ci ha guadagnato il leggerezza e sapore.

E che dire dei cannelloni con spinaci, prosciutto, pomodoro e scamorza????


Insomma, se c'è una cosa con la quale ci si può sbizzarrire, questa è la pasta al forno.

E qui mi aggancio a un altro argomento: gli avanzi. Se c'è qualcosa che, normalmente, dovrebbe avanzare è la pasta al forno, che si fa sempre in dosi abbondanti. Ora - a dispetto del titolo del blog, che si riferisce più che altro al non gradito - siccome qui la dose abbondante viene considerata minima dal marito e giusta dalla sottoscritta (notoriamente buona forchetta o, in gergo, spazzola), è difficile che avanzi qualcosa, ma qualora capiti (rigorosamente colpa delle figlie!) si salta in padella e via. 

Confesso di non aver mai provato a pensare a una nuova creazione, con più estro, fatta unendo al superstite un altro superstite: il mio amico Aldo invece mi ha dato questo suggerimento con la sua "pasta delle 3 P", nata dal matrimonio tra un avanzo di pasta panna+piselli e uno di pasta alla puttanesca.
Semplice, ma efficace: fa dorare un pò di burro in una padella, aggiunge l'avanzo 1, e non appena la panna inizia a sciogliersi l'avanzo 2;  fa saltare insieme fino alla formazione delle prime crosticine e quindi aggiunge vino bianco ben secco, lo fa restringere e serve. 

Mia suocera invece ha fatto un ottimo zuccotto con avanzi di pandoro e di una torta alle creme: ha tagliato a fette il pandoro, l'ha bagnato in un bicchiere di amarena (intesa come acqua+sciroppo) e ha foderato il fondo di un contenitore stondato; ha poi fatto uno strato di avanzo di torta (c'erano panna, crema pasticcera e nocciole) e di nuovo uno di pandoro e così ha riempito tutto lo stampo; ha poi premuto bene il tutto, chiuso e messo in freezer x circa 4 ore. Una volta sformato è rimasto uno zuccotto da spolverare con zucchero a velo o cacao e tagliare a fette. 

Ecco, possono sembrare cose banali, ma io ad esempio sono una che riesce meglio a fare ricette elaborate mentre mi areno sulle cose più semplici ed è per questo che vado in crisi nel preparare i pasti quotidiani.
La mia massima ammirazione va proprio a coloro che riescono a proporre cose nuove, semplici e creative tutti i giorni, il che è lo stimolo che vorrei ottenere dalla scrittura di questo blog!

Detto questo, per 3 giorni il problema non si porrà perchè devo partire:lascio fornelli, marito e maxignoma alle cure della suocera. Mi raccomando, non strappatevi i capelli in mia assenza, prometto di tornare :-) Stateve accorte!

sabato 15 gennaio 2011

capitolo 2: io e Csaba

Ok, già era impietoso il confronto con Benedetta Parodi, ma qui alziamo mostruosamente il tiro!

Conoscete Csaba dalla Zorza e il suo programma Il mondo di Csaba su Alice?
Bene, se la conoscete già starete ridendo sotto i baffi immaginando il paragone con me, se invece non la conoscete ancora riderete presto.
La signora in questione credo sia quanto di più vicino alla femminea perfezione: nonostante sia una cuoca di provata esperienza e bravura e nonostante abbia indiscutibile padronanza della cucina e dei suoi mezzi, è perennemente e instancabilmente impeccabile.

Ma se Benedetta, pur nella sua compostezza, ha un che di nazional popolare che la fa sentire vicina a noi comuni mortali, Csaba alle normali massaie fa un sonoro marameo: anche lei giuncolinea ed elegante come la collega, non si sognerebbe però mai di pucciare il ditino nella pietanza per poi succhiarlo pronunciando le paroline magiche "cotto e mangiato", perchè Csaba non solo insegna a cucinare: insegna soprattutto l'arte di ricevere, il galateo, quella che lei - ghiotta di francesismi - chiama soavemente "la mise en place", ovvero l'apparecchiatura della tavola.

Cioè...secondo lei ogni pasto, intendo proprio ogni pasto quotidiano, dalla colazione alla cena, necessita di un'apparecchiatura diversa, di piatti, posate e bicchieri diversi. 
Guardo il mio tavolo coperto perennemente dalla medesima cerata antitutto e mi domando: ma ci è o ci fa???? Non so voi, ma io ho il servizio da tutti i giorni e il servizio da giorni speciali, non ho una credenza schizofrenica che cambia piatti a seconda dell'umore o delle previsioni del tempo! Non parliamo poi delle posate o dei bicchieri, perchè qui al massimo posso proporre un bicchiere della Nutella diverso, a seconda che il commensale preferisca Snoopy o la vittoria ai Mondiali dell'82. 

E poi candelabri come se piovesse, posate da pesce, caraffe per i succhi di frutta, coltelli da burro, coppette per i cereali e per la macedonia e tazze ben distinte per te, caffè...me! (mitica battuta da Una donna in carriera, ricordate?)...insomma: se questa casa non è un albergo fa di tutto per sembrarlo!

Però a parte tutto guardare una puntata de Il mondo di Csaba è piacevole: ti siedi davanti alla tv, prendi la puntata con filosofia ripetendo il mantra "lasciate ogni speranza o voi che entrate" e quindi ti abbandoni alle cocotte, alle fondue, ai vol au vent, ai soufflè e chi più ne ha più ne metta. Alla fine ti rendi conto che tu al massimo puoi aspirare a mangiare una baguette, ma sicuramente passi almeno la successiva mezz'ora a far buoni propositi del tipo "da domani fiori freschi nei vasi tutti i giorni" o "apparecchio per bene la tavola per la colazione". Buoni propositi che puntualmente vanno in fumo non appena varchi la soglia della cucina e ammiri il consueto casino che hai lasciato al tuo ultimo passaggio.

Ok ok, come avrete capito anche questa volta la mia è pura e misera invidia...ma sono sicura che lei non ce l'ha, il bicchiere della Pantera rosa, tiè!

venerdì 14 gennaio 2011

sentite il profumino?

Ho appena sfornato delle belle pagnottine di pane aromatico!

Quello del pane fatto in casa è un trip che mi prende a periodi alterni: a volte farei pane ogni giorno, altre preferisco comprarlo. Oggi mi sono messa in modalità fornaio, pertanto mi son data da fare :-)

E ho sperimentato questi panini alle erbe aromatiche che sono davvero deliziosi. Naturalmente ha impastato tutto il fido Bimby, ma penso non ci sia difficoltà anche a farli a mano. 

Vi servono:
500 gr di farina 0 o manitoba
200 gr di acqua
100 gr di latte tiepido
20 gr di olio evo
1 cubetto di lievito di birra 
10 gr di sale
erbe aromatiche miste (salvia, prezzemolo, maggiorana, basilico, rosmarino, erba cipollina)

Per prima cosa preparate un trito fino con le erbe (col B pochi secondi vel turbo) e mettete da parte, poi emulsionate acqua, latte e olio con il lievito (B 5 sec vel 2), aggiungete farina e sale e impastate (B 3 min vel spiga), infine aggiungete le erbe e lavorate ancora un pò l'impasto (B 10 sec vel 5). Lasciate lievitare per circa 1 ora in una ciotola poi formate il pane (io ho fatto pagnottine piccole, ma va bene anche una treccia o un filone unico) e lasciatelo lievitare ancora mezz'ora sulla teglia.
Infornate a 180/200° x 30 minuti circa, comunque fino a doratura. Non era previsto, ma io ho spennellato le pagnottine con olio prima di infornarle perchè mi piace che la crosta sia ben croccante.

Il profumo delle erbe ha piacevolmente invaso la casa: le ho preparate stamattina ed era giusto ora di pranzo...a sentire quell'odorino avrei fatto come la pubblicità dei Tuc, infilando in gola le pagnotte con tutta la teglia! Il sapore corrisponde all'aroma: sono venute perfettamente croccanti fuori e fragranti all'interno, ben alveolate. Su 9 pagnottine una è già sparita...ma era x dovere di blogger, no?

Se vi domandate cosa ne pensino le mie figlie vi chiedo la domanda di riserva: a parte il fatto che non penso gradirebbero, pertanto manco propongo, babygnoma ha pensato bene di accalappiare un qualche virus intestinale, mentre maxignoma è intenta nello studio del corpo umano (ovvero sta guardando il cartone, che trovo fantastico) e se le propongo qualcosa di mangereccio dopo aver visto come funziona lo stomaco c'è rischio che me la giochi x sempre!

giovedì 13 gennaio 2011

No...parliamone!

Ok, capisco perfettamente che a questo punto ormai io sia diventata il vostro guru e che riteniate io sia una cuoca perfetta e infallibile, che riesce a far la spesa senza sbagliare un colpo e, soprattutto, riesce a non trovare zucchine muffite che cercano di scappare con le proprie gambe (nel frattempo spuntate fuori x qualche magia genetica) dal cassetto del frigo.

Ecco...so che per voi sarà un duro colpo, ma ve lo devo dire: io sono un vero e proprio disastro!!!

Certo, mi barcameno nel migliore dei modi e qualche volta ci azzecco, ma siccome non voglio che pensiate che io sia qualcosa che decisamente non sono, oltre a parlarvi dei piatti riusciti e collaudati è il caso che vi parli anche dei fiaschi, altrettanto collaudati pure loro!

Il più eclatante, a causa del quale mio cognato ancor ora mangia con diffidenza qualsiasi cosa io cucini, riguarda la mia amata pizza (ci tengo però a dire che l'episodio risale a 7 anni fa circa...ora almeno la pizza davvero la faccio ad occhi chiusi!): avevo lui ospite per la prima volta e giustamente volevo fare bella figura, così decisi di puntare sul classico (e poco rischioso, così almeno credevo!). Peccato che misi ben 4 cucchiaiate abbondanti di sale nell'impasto, di modo che la pizza non solo venne dura come la pasta di sale, ma naturalmente fu del tutto immangiabile.

Buoni anche gli involtini di pesce spada: la ricetta prevedeva 400 gr di spada affettato sottile, ma siccome supponevo che 4 hg di carpaccio venissero quanto un Rolex, decisi di prendere due fette tagliate alte 1 dito x poi dividerle per conto mio. Dopo discreta sudata mi ritrovai con 4 lenzuolini bagnaticci e sconnessi che non avrebbero contenuto un ripieno nemmeno con la più fervida immaginazione, ma volli masochisticamente proseguire sulla mia strada e rovesciai lì sopra il mezzo kg di farcia che ovviamente avevo già preparato del tutto incurante delle reali proporzioni del pesce. Risultato post cottura: una pappetta omogenea di un colore ben poco invitante che non aveva nulla dell'involtino, ma oramai neanche più del pesce spada! 

Il povero marito poi, attivista dell'associazione anti-sprechi, pur di non buttare - giustamente - il cibo, si immola alla causa ingurgitando questo e altri esperimenti che la sottoscritta di tanto in tanto produce...ma di volta in volta con espressione sempre più rassegnata (e spesso anche disgustata!).

Questo solo per citarvi due degli innumerevoli esempi di porcherie che derivano dal mio "estro culinario", ma potrei aprire un blog anche solo x quello!

Scherzi a parte però, per arrivare a cucinare in modo almeno decente è necessario passare anche per un tot di fallimenti, altrimenti non ci sarebbe gusto! E poi si sa che sbagliando si impara.

...e qui faccio il marito: "sì, ma perseverare è diabolico!"

mercoledì 12 gennaio 2011

sotto pressione

Mica parlo di me: parlo del risotto! :-)

Coraggio, ammettetelo: quanti/e di voi hanno in casa una pentola a pressione e la tengono nascosta nell'angolo più remoto della dispensa perchè hanno paura a usarla, non si fidano, immaginano che esploda e faccia una strage di broccoletti???? 

Fate outing serenamente, tanto non siete soli: ho già sentito diverse amiche che l'hanno ricevuta in regalo per il matrimonio ma non l'hanno mai nemmeno tolta dalla scatola perchè già solo appoggiando a questa l'orecchio avvertivano il tichettio di un timer!

Io resto basita: sarà che quando sono nata mia madre già la utilizzava senza problemi e quindi sono cresciuta in compagnia del suo sibilo, ma a parte questo trovo che sia uno strumento fondamentale e talmente semplice e sicuro da usare che davvero merita l'abbattimento di qualche pregiudizio.

Dicevo del risotto perchè è una delle cose x le quali la utilizzo di più, ma la uso tantissimo anche per gli arrosti, le minestre, lo spezzatino, gli involtini, etc etc
Perchè averne paura? Se è perchè temete che possa non sfiatare correttamente potete stare tranquilli, perchè i modelli degli ultimi 20 anni sono tutti dotati di una valvola di sicurezza che fa sì che non si possa aprire il coperchio fintanto che il vapore non è del tutto fuoriuscito...E se uno si ricorda di mettere all'interno la dovuta quantità di liquidi prima di chiudere davvero non c'è motivo di preoccuparsi.

Il risotto di stasera, ad esempio, è uno di quelli che faccio più spesso, perchè fa ingerire alle pargole un pò di verdura (sempre travestita), volendo fa anche da piatto unico ed è rapidissimo e gustoso: metto un filo d'olio nella pentola e faccio rosolare 3 zucchine di media grandezza affettate sottilissime (con la mandolina) insieme a un soffritto di verdure (io preparo il soffritto in grandi quantità, lo mischio con del sale, lo invaso e lo copro d'olio, in modo da averlo sempre pronto); aggiungo il riso e lo faccio tostare, dopodichè copro il tutto d'acqua calda, in modo che sopra il riso rimanga circa un dito d'acqua. A questo punto aggiungo un dado, chiudo e da che comincia a fischiare conto 9 minuti. A cottura ultimata spengo, faccio sfiatare e aggiungo al riso una bella mozzarella a tocchetti o se preferisco 1 sottiletta a testa. Mescolo bene, faccio riposare un minuto e servo. Cremoso al punto giusto e filante! Volendo ci si aggiunge anche una bella grattata di parmigiano. Il bello è che le zucchine in cottura si spappolano del tutto, perciò alla fine le bambine non si accorgono proprio della loro verde presenza ;-)

Come disse Guido Angeli: "provare per credere"! Il tempo che si risparmia facendo il risotto così è notevole e non va girato neanche per un secondo. Attenzione però a usare una qualità di riso adatta, tipo arborio o carnaroli, ma non il riso parboiled che è più indicato per le insalate.

martedì 11 gennaio 2011

spaghetti, pollo, insalatina...

No no, non è la canzone di Buscaglione, ma la nostra umile cena di stasera!

Nulla di più adeguato a chiudere una giornata a dir poco impegnativa, visto che la voglia di cucinare avrebbe dovuto saltarmi addosso e tutto sommato anche la voglia di mangiare.
Ma chi si accontenta, si sa, gode.

E così, tutta goduta, mi appresto ad aggiornarvi: forse non ho tante cose da raccontare oggi, men che meno guizzi di fantasia culinaria, ma in così poco tempo questo è diventato per me una piacevole consuetudine e non mi piace l'idea di lasciar vuota la pagina ;-)

Intanto oggi ragionavo su una cosa: il problema dei pasti principali bene o male in qualche modo si risolve, ma ultimamente trovo faticoso anche l'appuntamento con la merenda! E non perchè non mangino: a metà pomeriggio la fame la sentono eccome! Più che altro perchè mi viene difficile dar loro qualcosa di sano :-(

Un pò la fretta spesso mi costringe alla merendina confezionata (sigh), ma le volte in cui invece riesco a preparare (magari anche col loro aiuto) una merenda genuina, che siano torte, muffin o biscotti, loro non ne vogliono sapere. Possibile che le crostatine del Piccolo Mugnaio (ricordate? quello che voleva a tutti i costi farsi notare dall'amata Clementina!) abbiano un sapore migliore delle mie???? Loro si divertono tanto a pasticciare con la farina, certo, ma il prodotto derivato non è altrettanto stuzzicante. Per loro eh, perchè in realtà il risultato è sempre squisito, giuro!

Loro ad esempio - e certo non sono le uniche - sono golosissime di cioccolato: perchè allora, mi domando, il plumcake con le gocce di cioccolato (e i grassi vegetali non idrogenati e altri amici simili) fatto dal mugnaio sopracitato (giusto x evitare la pubblicità occulta, eh eh) è squisito, mentre il muffin con le stesse gocce, ma senza la grassa compagnia, risulta profumatissimo, bellissimo e, nonostante ciò, dimenticatissimo???

Evidentemente il difosfato disodico, il carbonato acido di sodio, il carbonato acido d'ammonio, gli emulsionanti vari e quel 5,4% di yogurt all'albicocca hanno quel particolare saporino capace di rendere tutto molto più speciale :-/



lunedì 10 gennaio 2011

prevedo pasticci

Rigorosamente culinari, però. Almeno x stavolta, visto che in quelli di altra natura sono immersa fino al collo!

Farò un pò di pubblicità, ma penso valga la pena, sempre che abbiate figlie femmine e fanatiche del rosa come la mia settenne: ho trovato in edicola "Barbie dolcezza in cucina", 8 uscite quindicinali tra gennaio e aprile in cui si illustrano ricette dolci da far fare alle bimbe sul tema del rosa (ahinoi...) e vengono allegati utensili altrettanto rosa x la loro preparazione. Beh, devo dire che la rivista è carina e quando la gnoma ha visto il mattarello girevole con formine allegato al primo numero ha cominciato a saltare in edicola emettendo squittii degni di un topo, segno inconfutabile di enorme successo :-)
Il prossimo numero, in edicola da dopodomani, avrà uno stampo (fucsia!) in silicone a forma di cuore con la sagoma di Barbie impressa sullo sfondo.

Io devo ammettere che sono sensibile a entrambe le cose: al richiamo dell'utensile da cucina è difficile che sfugga, ma sfuggo malvolentieri anche da quello della Barbie, visto che sono una sua fan dai tempi in cui mi regalarono la prima. Avevo 4 anni e ricordo ancora che Babbo Natale mi portò Barbie Ballerina, e la mitica casa a tre piani con ascensore giallo: rimasi come un'ebete con la mascella pendula e la salivazione azzerata x una buona mezz'ora, ma da quando mi ripresi non smisi più di giocarci fino alla fine delle medie.

Da allora la mia collezione si è arricchita notevolmente, perchè stranamente da piccola detestavo la cioccolata e i dolciumi in genere (ma ho abbondantemente recuperato terreno...), così a Pasqua non ricevevo uova ma Barbie, x i compleanni chiedevo Barbie, a Natale non ve lo dico nemmeno...morale: ho ancora 44 Barbie che ho conservato in perfetto stato, inclusa la prima di cui sopra. Pensavo che se avessi avuto figlie femmine avrebbero potuto giocarci e in effetti così è stato...anche se le Barbie degli anni 70 non avevano nulla di rosa, è diventata una mania degli ultimi anni di cui io farei volentieri a meno!

Ma torniamo "in topic" :-)

Qui la giornata non è brutta, è decisamente pessima! E quando c'è questo tempo da lupi il mio principale desiderio è mangiare (e cucinare!) zuppe. Desiderio condiviso dal marito, ma chiaramente non dalle figlie che sono allergiche in primis al concetto di verdura, e di riflesso anche a quello di zuppa. Ma...ebbene sì, c'è un ma! Se la zuppa si maschera da vellutata allora un pò la storia cambia ;-) Le vellutate si possono fare con praticamente tutte le verdure, con la semplice aggiunta di acqua e dado; se le verdure sono a foglia è necessario dar loro consistenza con le patate e, se piace, si può "rinforzare" la cremosità con l'aggiunta di un pò di latte o panna. 
Io le faccio sempre col Bimby perchè si fanno davvero in un attimo e la consistenza che si ottiene con il suo ausilio è quella ideale, ma se (ancora) non lo possedete - eh eh - va bene anche un frullatore a immersione. 
La mia preferita è la vellutata di porri: 4 porri (la parte bianca) tagliati a tocchetti e 4 patate sempre a tocchetti; copro d'acqua, aggiungo un dado e lascio cuocere da che bolle x 20/25 minuti (x chi ha il B. stessa cosa nel boccale: 20 min 100° vel 3 e omogenizzo 1 min vel 8). Al termine aggiusto di sale e frullo. Tutto qui! Le verdure non hanno più la faccia delle verdure, aggiungo qualche crostino e un filo d'olio a crudo ed ecco che anche le principesse di casa si beccano la loro dose di salute!

Bene, mancando anche oggi la foto della materia prima, procedo con immagini di repertorio, un pò tipo il vecchio Intervallo Rai ;-) Questa è un chiaro esempio di come, volendo, si possa ottenere entusiasmo nei confronti del cibo: difficile indovinare come, vero???





domenica 9 gennaio 2011

La famosa legge di Murphy...

Oggi i fornelli non li ho toccati, il digiuno della prole se non altro è indipendente dalle mie velleità culinarie: siccome domattina, dopo infinite vacanze natalizie, finalmente riprende la scuola, la gnoma grande (poverina, per carità!) ha pensato bene di accalappiare un qualche virus gastrointestinale e così è da stamattina che giace molle sul divano tra febbre e passaggi vari in bagno.

Ed io, per osmosi, non ho voglia di fare un tubo :-)

A pranzo mi sono beata degli ottimi bucatini all'amatriciana confezionati dal mio amoruccio, ma stasera penso che la gnoma piccola sarà felice di papparsi un bel piatto di riso in bianco (che davvero adora), mentre io e il papi credo che ordineremo una pizza (ebbene sì, di nuovo! sapete che non soffro affatto della cosa).

Già che ci sono però, su richiesta di Miuko, vi scrivo come fare le ottime e velocissime ciambelline al vino: usate come misurino un vasetto vuoto di yogurt e versate in una ciotola 1 vasetto di olio di semi, 1 di vino bianco e 1 di zucchero; mescolate e poi aggiungete tanta farina quanta ne serve per ottenere un composto sodo. Formate le ciambelline con le mani e mettetele in forno a 170° fino a doratura.
Sono semplici e divertenti da preparare anche per i bambini e sono ottime anche per loro nonostante la presenza del vino (pochissimo).

Ecco, siccome oggi non le ho fatte non posso postare la foto, ma questa è un'immagine di repertorio di una volta in cui queste due cuoche di mia conoscenza hanno dato la loro versione ;-)

sabato 8 gennaio 2011

hanno ingoiato il rospo!

Vabbè, ad essere sinceri era una coda di rospo ;-)

Il mio entusiasmo è alle stelle per due motivi: l'hanno apprezzato le figlie, cosa già strana perchè solitamente schifano il pesce (ma dai?) e, cosa forse ancora più strana, l'ho apprezzato io che amo il pesce forse ancor meno delle mie figlie!

Infatti ieri sera dopo l'evento sono corsa a telefonare a mia suocera (ebbene sì!) per comunicare la lieta novella: dovete infatti sapere che in famiglia vengo sempre presa in giro perchè sono tutti grandi amanti del pesce e ritengono assolutamente impossibile che non possa piacere altrettanto a qualcuno. Ok, passino le bimbe perchè sono piccole e scusabili, ma io adulta e consenziente non posso non amare il pesce! A dire il vero io amo molto molluschi e crostacei e non disdegno il pesce spada che è in tranci e privo di lische, così sono detta "quella che non ama il pesce a forma di pesce". Cosa che in effetti è perfino vera!

Ok, ma passiamo oltre le mie vicissitudini familiari! Ho cominciato il discorso per dire che mi sono imbattuta in questo pesce mai provato prima e l'ho trovato squisito, perchè ha la polpa bella soda e un'unico "osso" centrale, senza lische da ritrovarsi piacevolmente in gola. L'ho cucinato in un modo estremamente semplice, ma è risultato davvero saporito ed è piaciuto a tutti.

Ho messo i filetti di coda di rospo sulla leccarda del forno foderata di cartaforno, li ho bagnati con vino bianco e poi li ho coperti con aglio a pezzettini, pangrattato, prezzemolo e olio extravergine. Ho aggiunto delle patate fatte a fette sottili, salato, e messo in forno a 180° per mezz'ora.

Il risultato è stato davvero da leccarsi i baffi!


Oggi pomeriggio invece, complice il tempo freddo e incerto, penso che resterò in casa a preparare un pò di merendine x la ripresa scolastica delle gnome. Non so ancora in cosa mi cimenterò, ma mentre ci penso pubblico la ricetta dei muffin con cioccolato e caffè che mi ha chiesto Miuko:

Per una dozzina di muffin ci vogliono

1 uovo intero



50 g olio di semi
1 pizzico di sale
1 cucchiaino raso di bicarbonato
1 cucchiaino di lievito
1 bustina di vanillina
100 ml di caffè freddo (io ho usato quello solubile)
175g di zucchero
50g cacao amaro
125g farina
110 g di latte


Miscelate uovo, olio, sale, vanillina, bicarbonato, lievito e caffè; aggiungete zucchero e cacao e mescolate bene; infine aggiungete, alternandoli, farina e latte, sempre mescolando bene. Versate negli stampi/pirottini e cuocete a 180° x 20 minuti circa.
Vengono morbidissimi! Se volete potete aggiungere delle gocce di cioccolato prima in infornare.



venerdì 7 gennaio 2011

Le tante virtù della pizza

Io sono decisamente una pizzofocacciomane: mi chiedessero, in punto di morte, di scegliere un ultimo pasto sicuramente chiederei un trancio di pizza e uno di focaccia genovese (anche più di due...e che diamine, poi finirebbe tutto...posso anche morire con lo stomaco sfondato e il palato soddisfatto!).
Ultimamente la mia preferita è diventata pomodoro, mozzarella, capperi, olive e cipolla, ma devo dire che -  a parte la capricciosa o la 4 stagioni che scarto non amando i carciofini - non c'è una farcitura che non mi attiri...e poi apprezzo qualsiasi tipo di pizza o focaccia: quella napoletana in primis, ma non mi dispiace anche la romana, fina e croccantina, o quella pugliese, alta e soffice.

Naturalmente, pur essendo il termine "pizza" universale, a me comunque si traduce in ciccia...ed è la mia dannazione, visto che potrei mangiarla a colazione, pranzo e cena! Ma c'è un risvolto di questa infausta medaglia: la pizza ha anche tante virtù. Impastarla è antistress (ok...io la faccio impastare al Bimby, ma in fondo è antistress anche farlo fare ad altri, eh eh), farla stendere alle figlie è riposante, farla condire al marito dà soddisfazione, sentire il suo profumino durante la cottura è inebriante!

E poi la pizza la adorano anche i bambini, giusto? E no, qui casca l'asino! Le mie gnome tanto x cambiare hanno la "pizza" sotto il naso perfino in questo caso: e l'origano mi fa schifo, e la mozzarella fila troppo, e la mozzarella fila troppo poco, e il pomodoro è troppo rosso, la crosta è troppo crosta...uff, che sia fatta da me come in pizzeria non si riesce a farle andare oltre la mezza pizza a testa, crosta esclusa. Per me l'equivalente di una bestemmia, ma mi faccio forza. Che tanto, in un modo o nell'altro, una volta a settimana gliela propino lo stesso :-)

Questa quella che faccio io: 600 gr di farina 0 o manitoba, 320 ml di acqua tiepida, 1 cubetto di lievito, 20 gr di olio, 10 gr di zucchero e 10 di sale. Solitamente la preparo nel primo pomeriggio x mangiarla la sera e un'ora prima di infornarla la stendo in teglia. La inforno coperta solo di pomodoro, la mozzarella la aggiungo 10 minuti prima della fine. Il condimento varia di volta in volta...Ieri sera x noi adulti ho messo cipolla, capperi, olive e acciughe, alle bimbe olive (almeno di quelle sono golose) e prosciutto cotto.
Questa invece è una versione bianca con salsiccia e cime di rapa ripassate, buonissima!!!!


Ecco, mi è già venuta fame...vabbè, anche se è presto, buon appetito a tutti!

giovedì 6 gennaio 2011

Si fa presto a dire polpette

Ecco, una delle cose che davvero piace alle mie figlie (e a me e al papi, tanto assai!) sono le polpette.
Voi direte: che, questa apre un blog e si mette a spiegarci come si fanno le polpette???

Ebbene sì, perchè modestamente io sono cintura nera di polpette! e spesso le cose che si ritengono più banali in realtà non è poi così scontato che siano facili da realizzare come si deve. Date retta a me, che ho una laurea in polpettologia ;-)

Le mie polpette sono in realtà quelle della mia amata mamma, squisite già solo per il dolce ricordo che si portano appresso. Solitamente quando le preparo abbondo parecchio nell'impasto, in modo da ricavare anche degli hamburger da conservare in freezer. E quanto si divertono le gnome a pressare la carne, non potete capire!

Per 8 hg circa di macinato misto di manzo e suino utilizzo 3 uova e almeno 1 hg di parmigiano e pecorino grattugiati; aggiungo prezzemolo e una bella grattugiata di noce moscata, salo, mescolo un pò e poi aggiungo del pancarrè senza crosta imbevuto di latte e poi ben strizzato (1 fetta ogni 2 etti di carne). Io mi fermo qui, ma volendo si possono aggiungere prosciutto o mortadella tritati o anche della cipolla.
E poi incomincio questo simpatico rituale:


che mi garantisce soccorso nelle future emergenze. 
Quel che avanza invece diventa polpette: le faccio non troppo grandi, le infarino e le metto a rosolare; bagno con vino bianco e quando evapora copro con brodo di carne, chiudo e lascio cuocere finchè la salsina non si è addensata, circa 20 minuti. 
Oh, magari le farete tutti così, ma onestamente le volte che mi è capitato di mangiare polpette fuori casa non le ho mai trovate così buone! Più probabile trovarle fritte o al sugo di pomodoro...vabbè, se ritenete opportuno depennatemi dai preferiti, ma se solo vi arrivasse questo odorino....


Dopo sta bella magnata ci sta proprio bene un bel dolce e ne ho giusto uno sperimentato oggi che davvero non è niente male: una crostata di frolla con farcitura cioccolato+mandorle+amaretti = pura libidine. Libidinosa, anche se un pò macchinosa, anche nella realizzazione:

Preparate una bella palla di frolla con 300 gr di farina, 1 uovo + 1 tuorlo, 80 gr di zucchero, la scorza di 1 limone e 130 gr di burro morbido, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigo una mezz'ora. Nel mentre tritate col mixer 200 gr di amaretti e mescolateli a 150 gr di farina di mandorle (o mandorle tritate finissime). Montate a neve fermissima 3 albumi con 1 pz di sale e incorporateli con delicatezza al composto di mandorle e amaretti, fino ad ottenere un impasto appiccicoso.
A questo punto tirate fuori la frolla e coprite una teglia lasciando i bordi alti.
E ora la parte più divertente: con le mani inumidite ricoprite il fondo della frolla con 300 gr di Nutella o similari, così:


Sopra, con lo stesso procedimento, stendete il composto di amaretti:


Infine ripiegate i bordi verso l'interno e premeteli leggermente con i rebbi di una forchetta. Infornate per 30/35 minuti a 180°. Una volta sfornata lasciatela raffreddare e poi servitela spolverizzata di zucchero a velo. Provatela, poi ditemi (Ema, tu che hai già dato che ne pensi????), a me è piaciuta un sacco! Le ragazze erano troppo impegnate in travestimenti vari e non l'hanno assaggiata, faranno da cavie a colazione...ma durante la preparazione hanno leccato più di un cucchiaio!

Detto questo...buona festa a tutti (qui dice che è ancora il 5 gennaio, ma in realtà l'insonne che scrive ha passato da un pezzo la mezzanotte)!!!





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mercoledì 5 gennaio 2011

Io e Benedetta Parodi

Come penso sia chiaro, il mio blog fa il verso al noto best seller Cotto e mangiato di Benedetta Parodi.
Il motivo è presto spiegato: siamo due facce della stessa medaglia!
Entrambe mamme e amanti della cucina, solo che io spignatto allegramente in tuta e ciabatte, con grembiule pezzato e intorno il caos primordiale, lei svolazza allegramente x la cucina con camicetta in chiffon e tacco 12. E non ditemi che è così perchè va in tv, perchè secondo me è proprio così anche nel quotidiano.

Del resto, l'ispirazione per questa mia "fatica letteraria" (ah ah ah) me l'ha data proprio il suo libro: lì lei indica con una faccetta golosa i piatti "che fanno letteralmente impazzire le sue bambine" e sfogliando le pagine ritrovo cose tipo "supreme di pollo con uvetta e marsala" (roba che se le mie solo la vedono l'uvetta scappano urlando e strappandosi i capelli), o più semplicemente "linguine al pesto con fagiolini e patate" (i fagiolini??? mamma, ma sei matta????),"lasagne al pesto speciale" con gli spinaci (aaaaaaaaaargh), "parmigiana di zucchine" (bleaaaaah!!!) e così via. Io guardo le mie di bambine e penso che potrei mettere la faccina golosa solamente su "fusilli olio e parmigiano" e "carpaccio al vapore", potrebbe non venirmi la tentazione di mandare al macero il best seller???????

E invece no, non lo macero e mi creo il blog consolatorio, tiè!
Che poi ieri, sarà che le figlie hanno sentito nell'aria l'odore del "neonato" e han deciso di farmi fare bella figura, fatto sta che la fregola è stata un successone, roba da non crederci. Mi sono fin commossa quando la gnoma settenne ha dichiarato che avrebbe assaggiato un gambero e ha pure avuto il coraggio di dire che le piaceva!

E quindi veniamo al sodo

Fregola sarda con gamberi:
300 gr di fregola sarda
300 gr circa di gamberi (se li avete già sgusciati meglio, noi abbiamo fatto raffreddare la fregola x sgusciarli tutti!)
pomodori datterini o pachino
brodo vegetale (io mi preparo il dado in casa col mitico Bimby)
olio evo
aglio
prezzemolo
sale
volendo paprica

Per cuocere la fregola bisogna calcolare 1 lt d'acqua x ogni etto.
Mentre la cuocete al dente in circa 15 minuti, mettete in un tegame ampio e dai bordi alti i gamberi a rosolare con qualche cucchiaiata d'olio, l'aglio a pezzi e il prezzemolo; quando sono a metà cottura aggiungete i pomodorini tagliati a metà e proseguite la cottura. Una volta cotta la fregola, badando che rimanga un pò duretta all'interno, scolatela e aggiungetela ai gamberi, mescolate bene e poi bagnate col brodo fino a terminare la cottura. Aggiustate di sale e se volete aggiungete un pò di paprica e...pappate!
La fregola sazia parecchio, dopo un piatto del genere che comunque è completo avrete posto giusto x un'insalatina.

E stasera???? Mi sa che preparerò gli hamburger (io li faccio sempre in casa, e voi?) da congelare (mai far mancare una scorta di hamburger in freezer!!!) e con quel che resta farò le polpette, di cui almeno siamo golosi in 4. Stasera poi serve cenetta veloce perchè dopo avremo amici, quindi caso mai preparerò una bella torta nel pomeriggio.

p.s. ovviamente adoro Benedetta Parodi, chiaro che la mia è tutta invidia ;-)

martedì 4 gennaio 2011

Non ci credo, anch'io ho un blog!!!

Ebbene sì, fino a qualche tempo fa non mettevo neanche in conto l'ipotesi, ma ultimamente mi è balenata x la testa questa idea e ho deciso di provare a darle corpo...chissà che non ne nasca qualcosa di buono ;-)

Parto da un fondamentale presupposto: questo blog non ha nè mai avrà alcuna pretesa di insegnare a cucinare!!!! Sono appassionata di cucina, certo, ma sono assolutamente dilettante e come tale...mi diletto a stare tra i fornelli a combinare più che altro casini. Il mio intento è quello di divertirmi, magari anche divertirvi, e in qualche modo sfogare così la mia frustrazione all'ennesimo rifiuto della prole anche solo di assaggiare le mie peripezie culinarie.

Vorrei che si venisse a creare un forum di scambio: scambio di ricette, di esperienze, di aneddoti buffi e non, di foto se volete e così via. Per mamme e non, si intende!

Detto questo...in cosa mi cimenterò stasera????

E' da un pò che langue nella mia dispensa un pacco di fregola sarda...conoscete? io la assaggiai in Sardegna due anni fa e mi piacque molto, così lo dissi alla mia adorata amica Paola che prontamente me ne regalò un pacco...che con molta vergogna è da allora che aspetta di prendere aria!
C'è da dire che quello in Sardegna fu il primo ed unico viaggio senza figlie degli ultimi 8 anni, pertanto loro non la assaggiarono. Le mie previsioni non sono delle più rosee, ma...la mia 4enne (la più "mangiucchiona" come ama autodefinirsi) delle due è quella più propensa almeno ad assaggiare cose nuove (salvo poi abbandonarle a triste fine nel piatto) e siccome ama i gamberi pensavo di prepararla con dei gamberoni che ho in frigo e pomodorini datterini.

Ok, è ora di provarci...poi commenterò e nel mentre lancio all'etere questo mio nuovo figlio!!!!!!